Ciao nuvola, buonanotte

Annie uscì nuovamente dall'uscio di casa sferrando da terra quel suo caro scendiletto. - Nessun incantesimo! - rassicurava spesso prima di andar via, accennando un sorriso. Ma a vederla, non pareva proprio così. Un metro e mezzo circa per celare l'antro dei suoi segreti: quando presagiva di vomitare parole si accasciava su di esso, lasciandosi andare alle più intime riflessioni.
Il pensiero di custodirlo con sè dunque, le salvava le notti senza saperlo. Era solita definirlo ninna nanna per la fantasia, per Annie era un solo andata di ignota partenza e per tale ragione bisognava portarlo sempre dietro.Chissà quante altre volte era passata inosservata passeggiando con quel tappeto meticolosamente arrotolato sottobraccio. 
Disinvolta come se stesse indossando una delle sue chicche, si era messa alla ricerca di quel giardino, solo lì avrebbe potuto dirgli qualcosa che somigliasse tanto ad una buonanotte. Quanta fatica le costavano quelle parole! Bisognava raggiungere il giardino prima del suo ritorno e bisognava anche farlo velocemente. Sfrecciava per le vie della città, sicura di sfuggire a sguardi indiscreti.
Tanto, ne era certa, anni di esperienza per capire quale fosse il nascondiglio più efficace: sotto il proprio sguardo. E dunque quando ambiva all'invisibilità, semplicemente appariva. Poteva convincerti che quell'arnese altro non era che il pezzo forte del suo outfit e tu ci avresti creduto, perbacco se lo avresti fatto! Ma del resto "poteva"- ci lavorava in un negozio di borse.
Notti come quella potevano distrarla e puntualmente qualcosa era solita sfuggire alla sua analisi, ora la Luna crescente, ora l'orologio del campanile della chiesetta giù in piazza, ora il brusio del bar centrale al paese. Era dedita ad altro, si vedeva. Ad esempio all'insensata idea di raggiungere quello strampalato di un ragazzo che si era ostinata ad aspettare, fra l'altro senza neppure avvertire.
Era rimasta imbrigliata a lui come i fili di ordito di un tappeto appena tolto dal telaio, lunghissimi e scompigliati. Li avrebbero certamente divisi, accorciati e riordinati a mazzetti fino ad ottenere la tipica frangia. Ma lei poco se ne curava di quest'ultima puramente estetica, aveva solo una gran voglia di dar la buonanotte a tutti i fili invisibili difficili da smatassare, che immaginava le vivessero dentro, lui fra quelli.
Anche questa notte nessuna forbice adatta, suo malgrado.
Annie quel giardino non riuscì a raggiungerlo e così, a metà strada ebbe cura di srotolare il tappeto adagiandosi avvilita su le sue sontuose geometrie astratte.
Chissà se quel testa calda passando di lì l'avrebbe raccolta...
Ma a volte, ciò che conta ancor prima del riscontro è il pensiero.

Buonanotte Alvie!

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