Giorni fa una cara collega di part-time, fra una chiacchiera e un espresso decisamente troppo lungo per essere servito mi confidò che ama i barbagianni.
Riflettei un attimo su queste strane, ma perfette creature crepuscolari dalle candide piume e la presenza scenica (sembrerebbero essere il prodotto minuzioso di una mano ferma, decisa, creativa) che padroneggiano i cieli delle nostre città e sovrastano noi, incorniciandone ogni notte sogni, speranze, illusioni, lacrime.
Qualcosa mi riportò a quei poeti dall'animo romantico e tormentato, i quali descrissero il corso della natura rapportandolo all'amore e più in generale al valore che perde la vita umana dinnanzi al suo corso eterno ed immutato.

Talvolta vivo flashback, ricordo l'impensabile ed i pensieri - lunatici quanto me - deviano il finale.

Rammento il tempo in cui il "come ti chiami" esprimeva con un velo di imbarazzo l'approccio iniziale di una conoscenza, di quando le domande ad oggi più scontate erano il presupposto di rossori in viso e di sorrisi spontanei - e ancora quando la conversazione avanzava guardandosi negli occhi, piuttosto che dietro uno smartphone in una probabile finestra di chat con un automatico smile inviato di sfuggita, visualizzato un'ora dopo e ignorato.

Gradini sopracitati superati largamente dalle nuove tecniche d'approccio, che ti salvano dai rossori, ma non ti salvano la faccia.
Diari virtuali che svelano vite, morti, miracoli, soprannomi, diminutivi, gusti musicali, hobby e passioni, dandoti un quadro generale soddisfacente di chi hai di fronte, di quali amicizie è attorniato e perfino in quali eventi hai buone probabilità di incontrarlo.
Diari che amplificano i momenti finanche i sorrisi, in ogni dove riscopri accounts dai gusti ricercati, retro, raffinati, bio, alternativi. Per l'appunto "accounts".

Ricordo di quando il colore preferito aveva il proprio perchè, certo, domanda banale - ma non del tutto.
Ad esempio chi sa quale possa essere mio animale preferito, quali emozioni mi suscita e a cosa mi riporta con la mente? Neppure la cerchia ristretta di persone che frequento.

Un mondo che vincola, restringe, blocca la naturale curiosità umana di voler scoprire una persona senza scorrere col puntatore in fondo ad una pagina.
E ancora... testi, commenti da cui se sei "diversamente normale" come la sottoscritta, ne traduci di pensieri....

Ad oggi, il come ti chiami è fra le domande più belle e semplici a cui amo rispondere, sorridendo. 


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