E per le due sere successive mi crogiolavo sulla poltrona nel capire cosa mancasse al mio angolo; esaminavo quella stanza, domandando al mio subconscio cosa mi sarebbe mancato da lì a due mesi.
Perchè era così difficile restarvi? Qual era la vera natura del mio tormento?
Eppure quello era solo il secondo giorno ed io ahimè stavo vivendo il blocco dello scrittore.
Se quei silenzi avessero avuto voce anzichè annebbiarmi, avrei certamente trovato la maniera adatta per dormire sogni tranquilli.
- Una notte bianca in più, per marcare sul mio viso i segni evidenti del mancato sonno - asserivo tra me e me, poi mi abbandonavo al nostro dolce saluto.
Nel pensarci, qualcosa di indicibilmente toccante mi smuoveva un meccanismo a catena, il quale dopo essermi acciambellata sulla medesima poltrona, mi accarezzava di rossore gli occhi, curando di far nascere sul mio viso le dolci curve di un sorriso.
<< Guardami...>>  giacchè nessuna notte è infinita, giacchè necessito di custodire questo momento, giacchè ho scritto per te, giacchè continuerò a farlo in queste mie notti bianche.


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