Storia di una nuvola di luce

La mia vita sociale somiglia più a una sorta di drastica selezione ad imbuto, via via che la coppa va riempendosi, il gambo filtra lo spazio sufficiente atto ad un’unica persona.
Talvolta per la stretta imboccatura, vivevo mesi ad osservare chi, ancora non era in grado di scivolare giù.
Spesso ad intasare quell’angusta fessura frammenti sospesi di esperienze, i quali periodicamente ero solita ripulire per ossigenare il canale.

Lo scrissi in qualche pensiero: le persone belle “capitano”, e così un giorno mi capitò lui, un vero e propio groviglio di sillabe che mise tutto in un piacevole soqquadro; perfino la coppa finì con l’esalare il profumo di caratteri ancora inespressi: ora tutte e sedici le lettere dell'alfabeto fluttuavano indisturbate nell’aria.
Osavo definirle “distillato dell’anima” poichè creano e distruggono, in loro contengono l'origine del mondo e quanto di infinito e inesplorato ancora c'è.
Con immensa grazia l'ometto lucente si stava pronunciando al mio di mondo, ma quell'imbuto non aveva mai ospitato vita così a lungo, nasceva come canale per raggiungermi, non per essere abitato - asserivo fra me e me.
In un battito di ciglia accadde l'inaspettato, sì perché quello strano filtro me lo ritrovai arredato: pensieri, icone cinematografiche e libri, quanti libri …credo che ognuno di quei volumi palpitassero d'amore in lui, recandogli meraviglia senza pari.
Fissavo disorientata quel gran disordine e all’imbrunire, un pensiero irrequieto mi portava a studiare lo strano ometto artefice di quel trambusto.
Una grande sensibilità certamente gli definiva il carattere lasciando alle sue spalle una scia di bellezza e armonia in grado di illuminargli il passo.

Ma perché non scivolava giù e perché neppure io ero in grado di tendergli la mano? Se fosse rimasto intrappolato lì?
Se così fosse stato, la sua fervida immaginazione di certo poteva giovargli a rendere vivibile quello scomodo spazio, ma consideravo mille ipotesi.
D'un tratto però, non riuscii più a scorgere le icone affisse alle pareti, le lunghissime pile di libri e neppure il suono dei tasti della sua lettera32. Prima di quanto credessi chiuse la sua affezionata valigia, portando tutto con sè: la forte immaginazione generó l'evento e lui risalii in superficie. Si spensero le luci e si silenziò il canale.


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