E quando il vento lo vorrà ci incontreremo, ci troveremo
Ogni Donna prima o poi incontra l’uomo che aspettava, in
quella prima decade di ottobre io incontrai il mio. Venerdì 7 non me ne stavo acciambellata
sul tappeto, gironzolante per casa o abbracciata a mamma India, come avviene di
consueto. La nuova città aveva aperto le porte a una nuova vita ed io quel dì me ne stavo distesa a scrivere
al mio Alvie.
Quella con Alvie è una corrispondenza avviata un po’ per caso, sfociata in conoscenza e portata avanti con cura e cuore. Sì, cuore. La nostra non può considerarsi una deliziosa commedia improntata dal grande Allen, Alvie lo imparai a conoscere poco per volta e tra noi nessun amore finito da recuperare.
Quella con Alvie è una corrispondenza avviata un po’ per caso, sfociata in conoscenza e portata avanti con cura e cuore. Sì, cuore. La nostra non può considerarsi una deliziosa commedia improntata dal grande Allen, Alvie lo imparai a conoscere poco per volta e tra noi nessun amore finito da recuperare.
Durante questi mesi l’ho potuto stringere assieme alle
fantasie più belle, l’ho coccolato fra i pensieri e percepito poi a Capri,
nell’orecchio di una Sarmaticus.
Chissà se lo sanno taluni giorni d’essere segreti, unici e
irripetibili. D’improvviso venne inaspettato anche il nostro giorno segreto e sul
finire quel giovedì ci vedemmo.
In realtà ci vedemmo sul nascere del venerdì, salii in
ascensore col cuore in gola e uscii di casa, mi sedetti dapprima su un gradino,
poi presi ad agitarmi, volsi lo sguardo, i fari della sua auto mi abbagliarono.
Era lui. Era lì.
Mi avvolse in un abbraccio. Per qualche minuto credo che il
cuore mi avesse abbandonata e fosse corso ad abbracciare il suo.
Una cosa veramente salva la vita, abbandonarsi alle braccia di qualcuno di cui
hai davvero bisogno.
Impacciata ho aspirato il profumo fino ad avvertire l’odore della sua pelle, carezzato la sua chioma e
posato timidamente due o tre baci sul collo.
Diceva di sentirsi un ladro, Dio avesse saputo come mi
stessi sentendo io!
Ci fermammo a prendere due birre, mi mostrò il suo orribile
porta spiccioli. Fui clemente nel dirgli che tuttavia mi piaceva il pellame di
cui era costituito .
Accordammo una passeggiata in una piazzetta poco illuminata
di Ognina. Dava sulla strada, così ci appoggiammo su quella sorta di ringhiera
in vetro a sorseggiare le nostre Tennent’s.
La presenza di lui mi agitava al punto tale da cercare il
suo contatto.
Le sue braccia non avevano nulla da invidiare al Duomo di
Milano o alle chiese del Bernini. Alvie brillava di luce propria, ora potevo
confermarlo.
Mi baciò la punta del naso, sorrisi, gli sfiorai le labbra.
Da quanto tempo desideravo baciarlo… il mio rossetto si
trasferì sulle sue labbra: per la prima volta gli stavo lasciando qualcosa di
mio nel più bello dei modi.
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